COME ALBERI

Ho sempre trovato affascinante e curioso conoscere l’età di un albero contando gli anelli di corteccia che si sono formati al suo interno. Lo sapevate? Ognuna di queste righe rappresenta un anno di vita dell’albero. Pensarci oggi, all’inizio di un nuovo anno, mi richiama alla mente tre idee importanti.

La prima è la logica dei piccoli passi. Ogni anno l’albero cresce creandosi un nuovo strato, apparentemente un piccolo strato, pochi millimetri… ma questo lo fa diventare ogni anno più forte, più robusto, più stabile.

Non cresce tutto di colpo, non pretende di diventare grande subito, ma sa pazientare mettendo uno strato dopo l’altro come un lungo cammino si fa mettendo un passo dopo l’altro. William McRaven, un ammiraglio a quattro stelle della Marina americana, un giorno ha detto parlando a dei giovani universitari: «Se volete cambiare il mondo incominciate a farvi il letto! Se la mattina vi fate il letto, avrete portato a termine il primo compito della giornata. Questo vi darà una sensazione di orgoglio e vi incoraggerà a concluderne un altro, e poi un altro ancora.

Farsi il letto, inoltre, rimarca la consapevolezza che nella vita le piccole cose contano. Se non sapete fare bene le piccole cose, non ne farete mai di grandi».

Non cresce tutto di colpo, non pretende di diventare grande subito, ma sa pazientare mettendo uno strato dopo l’altro come un lungo cammino si fa mettendo un passo dopo l’altro

Gli strati mi fanno pensare anche alla importanza della memoria.

Ogni nuovo anno un strato cresce sopra quello precedente, il nuovo strato non cancella il precedente, ma lo riveste e lo rinforza. Il passato rimane lì, non dimenticato, non rinnegato, ma in qualche modo protetto e corretto dal nuovo strato. I cerchi del legno non sono tutti uguali e regolari, ma hanno spessori e forme diverse. Chi conosce bene gli alberi sa anche che queste differenze e irregolarità dipendono da tanti elementi: un anno più o meno piovoso, un ramo tagliato, la presenza o l’assenza di alberi vicini, una malattia del legno, un vento freddo… tutto condiziona la formazione di questi strati e tutto resta segnato dentro al tronco dell’albero. Così tutti gli avvenimenti e gli incontri della nostra vita ci lasciano una traccia dentro, ci insegnano qualcosa… “in-segnare” significa proprio segnare dentro! Mi piace pensare che anche la nostra scuola e i nostri-vostri insegnanti vi stiano lasciando in questi anni una traccia dentro e che questa renda il vostro tronco sempre più robusto e solido.

…l’imperfezione non è un male ma è ciò che rende la vita più ricca e più bella.

Ma queste differenze e variazioni degli strati creano tantissime imperfezioni e irregolarità nel legno che forse potrebbero spaventarci o infastidirci. È questo l’ultimo messaggio che racchiude la nostra immagine: la bellezza dell’imperfezione. Sono questi cerchi non regolari che, quando il legno viene tagliato in assi produce le bellissime e pregiate venature. L’irregolarità fa parte dello scorrere del tempo, l’imperfezione non è un male ma è ciò che rende la vita più ricca e più bella. Non dobbiamo aver paura degli sbagli, delle difficoltà della vita e dei momenti in cui il nostro cammino inciampa. Riconoscere i propri errori significa spesso non rinnegare se stessi e soprattutto è il primo passo per correggersi e migliorarsi. Non siamo belli perché perfetti, ma siamo preziosi se capaci di essere noi stessi con tutte le nostre imperfezioni e con tutti gli sforzi che facciamo per affrontarle. È così che ogni tronco, come ogni vita, diventa non solo solido e forte ma anche e soprattutto pregiato e bellissimo.

Mario Ughetto direttore Capac sede di via Amoretti.

Concludo dunque augurandovi un buon nuovo anno, un buon nuovo strato di vita con le parole di un cantante francese, Jacques Brel.

Vi auguro sogni
a non finire
la voglia furiosa
di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare
ciò che si deve amare
e di dimenticare
ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli
al risveglio
e risate di bambini
vi auguro di resistere
all’affondamento,
all’indifferenza,
alle virtù negative
della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi.

Jacques Brel

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